sabato 2 aprile 2011

Bestia e Teatro


Dov'è che eravamo rimasti?
Mi sembra di averti già visto da qualche parte... facevi teatro. Sì. Evvai. Perchè smettere di scrivere cazzate sul blog con la scusa che tanto ormai c'è facebook?
Porsi limiti da soli mi pare che sia una cosa abbastanza da pazzi. Tanto anche se trabocca il limite nessuno se ne accorgerà. Non una reazione, non un lettore. Sono tutti impegnati su facebook. E poi tornare in città la mattina presto e trovarla svuotata ti da l'idea di essere arrivato dopo un'esplosione nucleare. Metti in testa pezzo dopo pezzo immagini di tutto il frullato di informazioni e sciagure degli ultimi mesi. E' inevitabile. Automatico quasi. Manca solo la pubblicità a lato, che non disturba, e poi tutto sarà chiaro. Nel frattempo sono sempre sul treno. E stanotte non mi sembrava più nemmeno un posto estraneo. Il risveglio era familire. Solitario e familiare. Il nuovo libro di. Nella strada, vicino a dove torno, hanno trovato un cavallo morto. Schiantato a terra dopo una corsa clandestina. Teatrale e poetico e tragico e drogato riempie tutta la strada con la sua presenza sincera. Vittima e bestia. Direzione ma niente casa. Appunti sul mestiere dell'attore. Appunti sul mestiere della vita. Treno e valige. Letture solitarie e tante storie già troppo presto e troppe volte sentite. Non si uccidono "anche" così i cavalli?

Nessun commento: